Arte e storia si fondono, mentre gli oggetti possono raccontare il mondo

L’arte ci accompagna ogni giorno.

La vediamo spesso senza osservarla, perché è un elemento che ci appartiene da quando siamo nati. Arte e storia si fondono in un’unica cosa ed è spesso difficile distinguere l’una dall’altra. E lo stesso vale per la letteratura, che racconta da sempre entrambe.

Vediamo come.

C’è un libro “La storia del mondo in 100 oggetti” di Neil Mac-Gregor. Diviso in 20 capitoli, parte dal 2.000 A.C. e arriva fino al 2010. Una sfida che lo scrittore tenta di fare intrattenendo i lettori con uno stile romanzato. Serio, ma nello stesso tempo, ricco di curiosità e aneddoti. Corredato da bellissime foto.

Chi l’ha detto che il posto dei libri è solo sugli scaffali? In “Reinventare i libri”, Jason Thompson trova nuove e originali collocazioni a questi preziosi oggetti. Diventano parte del quotidiano, di uso domestico e non solo. Portafogli, borse, gioielli fino ad arrivare a vere e proprie opere d’arte. Snaturati della loro aura spesso ieratica, diventano oggetti d’uso comune.

C’è un autore che ha trasformato l’arte in letteratura. È Irving Stone. Si definiva uomo di lettere, e ha saputo creare un collegamento diretto con l’arte. “Il tormento e l’estasi”, in cui descrive la vita burrascosa di Michelangelo. Dal tormento di fronte al blocco di marmo, fino all’estasi dopo il compimento dell’opera.

L’amore per Vittoria Colonna.
“Vortici di gloria”, il romanzo degli impressionisti, Monet, Manet, Degas, Renoir, Cezanne, e “Brama di vivere” che parla della vita di Van Gogh. Dagli esordi in pittura a trent’anni, fino al suicidio. Percorso obbligato per gli amanti di arte e letteratura.

Per chi ama le biografie, segnaliamo due libri:
“Frida” di Hayden Herrera, massima esperta vivente della pittura. La vita di Frida attraverso la tela. Le sue sofferenze, le passioni, gli amori. Ma sopra ogni cosa, la pittura come funzione terapeutica. La vita della pittrice messicana vista attraverso gli occhi di altri pittori a lei contemporanei come Picasso.

La seconda biografia è “Renoir, mio padre”, scritto da Jean Renoir, il figlio regista che parla del genitore senza voler spiegare quel genitore che per lui resterà un mistero, mane racconta solo la vita, le passioni, l’amore infinito per l’arte.

A chi piace l’arte, ma predilige la comodità di casa, “Le stanze dell’armonia” di D’averio ci offrono un viaggio nei musei europei, da quelli nati dal gusto del singolo Stato a quelli creati grazie al contributo di collezionisti privati. Un viaggio attraverso tutte le formed ell’arte, anche attraverso percorsi meno battuti.

Per chi si avvicina per la prima volta all’arte, o vuole solo rispolverare qualche nozione, c’è: “Storia dell’arte”. Con un linguaggio semplice e diretto ,il professor Ernst Gombrich accompagna il lettore dalle pitture rupestri all’arte sperimentale contemporanea, perché l’arte è un “fil rouge” che unisce tutte le epoche.

Per finire in bellezza, segnaliamo l’ultimo libro del critico d’arte più esilarante del web, Stefano Guerrera. Inizia a pubblicare su Facebook, con “Mai ‘na gioia”, una raccolta di quadri, ognuno dei quali corredato con una battuta umoristica. Lo sbarco in libreria non è lontano. Ora siamo al quarto capitolo, con “L’amore prima o poi arriva (e ti fotte)”. Insomma, come imparare l’arte ridendo.

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