A chi legge meno di un libro all’anno, solo i titoli di coda dei film o non legge per nulla, si ricorda che là fuori, nascosto da qualche parte o alla luce del sole, c’è un libro che li aspetta. Bisogna solo trovarlo.
Agli amici lettori, invece, che aspettano trepidanti l’estate per affrontare la pila di volumi che torreggia da quest’inverno sul comodino, ecco uno spunto per nuove letture.
Torinese d’adozione, e pugliese per passione, Luca Bianchini catapulta il lettore da Polignano a Mare, dove ha ambientato “Io che amo solo te” e la continuazione “La cena di Natale”, a Londra. In “Dimmi che credi al destino” la posta in gioco è molto alta: una libraia italiana trapiantata nella città inglese è alle prese con un Italian bookshop da salvare. E le probabilità di successo dell’impresa sono buone se ad aiutarla sono un gruppo di amici animati dalla stessa passione: l’amore per i libri.
Rimanendo sempre a Torino, Margherita Oggero ci regala un romanzo dal titolo hitchcockiano: “La ragazza di fronte”. Non più Camilla Baudino, l’insegnante-investigatrice della serie tv Provaci ancora Prof, bensì Marta, archivista, sorella, figlia e, forse, anche innamorata, ci porta alla riscoperta delle vie torinesi. Ma l’imprevisto è dietro l’angolo e il racconto si tinge di nero…
Per gli amanti di Camilleri, “La giostra degli scambi”. Un’atmosfera onirica e surreale aleggia in questo episodio del commissario siciliano più famoso della letteratura e del grande schermo. Senso di irrealtà che si mischia all’inesorabile passare del tempo, alle prime rughe di Livia, l’eterna fidanzata, e a quelle dello scrittore stesso. Connotazioni auto-biografiche e introspettive di riflessione sulla vita, dove i confini tra il personaggio Montalbano lo scrittore Camilleri si fondono in un’unica grande illusione.
A metà strada tra la Fattoria degli animali e Hunger Games è “Bees – la fortezza delle api”. Da Oltremanica Laline Paull ci regala un romanzo sulla forza, la costanza, la volontà di non mollare mai, la diversità come opportunità. Grandi qualità racchiuse in un piccolo personaggio: Flora, l’ape operaia che ha saputo riscattarsi e farsi strada. Una favola per adulti. Uno sprazzo di ottimismo in tempi così difficili.
E per gli amanti della saggistica, si segnalano due autori. Lo psicoanalista Massimo Recalcati, dopo il saggio sul padre, “Il complesso di Telemaco”, ora “Le mani della madre”. Col suo solito linguaggio accessibile e chiaro, Recalcati descrive la figura materna attraverso scatti letterari, cinematografici, biblici e clinici. Capovolgendo i luoghi comuni, ci regala una figura vera, disincantata, al passo coi tempi.
Con “Questa vita” Vito Mancuso, invece, presenta un vero e proprio inno. Nascita ed evoluzione non solo intese come frutto di una mera selezione, ma come naturale aggregazione, il cui elemento essenziale è il bene. Bene inteso come collante, elemento che fa muovere gli uomini e il pianeta intero. Una nuova visione del mondo di cui questa vita ha bisogno per rifiorire.